28 agosto 2006

la fine e l'inizio

Quanto è difficile scrivere fine, eppure il momento è arrivato, il termine ultimo è scaduto, il solo fatto di scriverlo è rafforzativo quanto una promessa presa con me stesso, un ultimatum a quella parte di me che fa resistenza.
Quante volte mi sono già trovato in questa situazione, ma mai come questa volta mi sembra impossibile fare anche un solo passo è difficile solo pensare, eppure ogni fine segna un nuovo inizio, ogni svolta porta ad una crescita, ogni nuovo percorso porta ad un arricchimento, ma quello che mi tormenta quello che mi fa male quello che mi paralizza, non è il dubbio o l’incertezza o la paura di ciò che inizia, ma piuttosto il dolore sordo, l’attaccamento cieco a ciò che finisce, a ciò che ho perso a ciò che mi è stato strappato via a ciò che temo non tornerà.
So che dovrei ancora una volta avere fiducia in me nelle mie capacità, so che dovrei credere di potercela fare, so che devo mettercela tutta, so che c’è ancora un barlume di energia, ma oggi non è cosi oggi no, oggi sto male, perché oggi è giunto il giorno di scrivere fine, non ci possono essere ritardi, appelli, e sento tutta la responsabilità tutto il peso su di me, e non c’è la faccio, non c’è la faccio proprio, perciò oggi sto qui raggomitolato in un angolo, di me stesso, mentre lacrime asciutte cadono quasi a lavar via un passato e ad irrigare un futuro.
Quanto ho dato, e quanto ho maledettamente perso e quanto tutto questo oggi mi sembra incomprensibile e ingiusto……..

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14 Comments:

Blogger rodocrosite said...

Sì, è vero: quando qualcosa finisce e si resta per un po' in bilico fra il passato e il presente, sembra di cadere da un momento all'altro e di non sapersi più rialzare.
Ma non è così. Ci si rialza.

L'hai letto l'ultimo libro di Terzani? Non mi ricordo mai il titolo preciso, ma è qualcosa tipo "La fine è il mio inizio". Non male.

lunedì, 28 agosto, 2006  
Blogger NYC TAXI SHOTS said...

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lunedì, 28 agosto, 2006  
Blogger Lateo said...

@rodocrosite: Vorrei crederci, vorrei poter colmare questo vuoto che ora sento, ma ci vorrà ancora del tempo.
Di terzani no, non ho letto nulla, se non qualche articolo apparso ultimamente. Grazie per il consiglio.

martedì, 29 agosto, 2006  
Blogger Lateo said...

@Nyc taxi shots: ho provato ad interpretare il tuo commento, ma non ci sono proprio riuscito, scusami.

martedì, 29 agosto, 2006  
Blogger sunrise said...

..ma piuttosto il dolore sordo, l’attaccamento cieco a ciò che finisce, a ciò che ho perso a ciò che mi è stato strappato via a ciò che temo non tornerà.


non serve, lo so bene, in questo momento tutti possono dire tutto..
ma le voci sono ancora un sottofondo che non si riesce bene ad ascoltare.. capisco bene come ti senti.. non ti farà stare meglio saperlo. Ma è così.

Un inchino,
Simo

martedì, 29 agosto, 2006  
Blogger Lateo said...

@momo: non è vero, la comprensione e non la compassione, sapere che qualcuno ti è vicino anche solo idealmente aiuta, siamo esseri umani che hanno perso l'umanità, le rare occasioni in cui questa si manifesta scaldano il cuore.
Grazie

martedì, 29 agosto, 2006  
Blogger PiB said...

Tu non sei finito..ricordalo...

mercoledì, 30 agosto, 2006  
Blogger Lateo said...

@pib: grazie, lo sò, ma guardare avanti oggi, è uno sforzo ancora troppo grande.

mercoledì, 30 agosto, 2006  
Blogger pecora nera said...

no, non si finisce...
si soffre come una volpe che finisce nella tagliola, non ci si riesce a muovere, si rimane paralizzati (per molto, troppo tempo)...
Fra le altre cavolate fatte (riprendere a fumare) ho allontanato una marea di persone, quelle che paradossalmente mi volevano più bene... perchè non tolleravo nei loro occhi gli sguardi compassionevoli... non volevo far pena a nessuno, ma soprattutto mai e poi mai a chi mi amava e mi voleva bene...
ho iniziato a dialogare con chi sapevo avrebbe potuto com-prendere e non com-patire.

mercoledì, 30 agosto, 2006  
Blogger Lateo said...

@pecora nera: quanto male ci facciamo da soli? Una parte di me quella razionale quella determinata quella con lo sgurdo dritto, ha preso già la decisione è già pronta con le forbici per tagliare l'ultimo filo, ma l'altra, quella passionale quella che ama quella che la vita la sente, non vuole muoversi è come ipnotizzata dal sordo dolore. Cosi resto fermo spaventato terrorizzato senza energia.

mercoledì, 30 agosto, 2006  
Blogger Henry said...

non sono probabilmente la persona adatta a darti lo sprone ad andare avanti.
so come ti senti, le "fini" per me son micidiali e me le trascino a lungo.

una cosa pero' ho imparato. fine non significa fallimento. quello che sei tu, con le tue emozioni, le tue lacrime asciutte, la tua sensibilita' che vien fuori prepotente...tutto cio' rimane. i tuoi sentimenti nessuno li tocchera'. MAI. quello che hai dato non e' perso. e' dentro di te pronto a uscir fuori piu' grande e piu' bello al prossimo inizio.

ti abbraccio forte

mercoledì, 30 agosto, 2006  
Blogger Lateo said...

@henry: hai centrato un punto dolente, il senso di sconfitta in queste situazione è un fattore di notevole peso, e quando si accompagna all’abbandono diventa micidiale. Ti ringrazio per le tue parole il tuo calore.

Voglio ringraziare tutti voi, grazie di cuore, sappiate che un pezzo di questa vittoria è vostra grazie.

mercoledì, 30 agosto, 2006  
Blogger PiB said...

IL SENSO DI SCONFITTA SENZA DUBBIO E PRESENTE MA BISOGNA SAPERLO USARE..

OGGI NON A CASO MENTRE TORNAVO DA PRANZO HO VISTO UNA RAGAZZA INDOSSARE UNA MAGLIETTA:

COSTRUIRE IL PRESENTE
NON DIMENTICANDO IL PASSATO


ECCO CREDO CHE QUI CI SIA MOLTO....IL PASSATO C'E'(positivo o negativo che sia)....BISOGNA SAPERLO VIVERE E NON SUBIRLO

mercoledì, 30 agosto, 2006  
Blogger Lateo said...

@Pib: Non è un passato che rinnego, anzi è un passato dal quale mi è dificile, mi è doloroso separarmi, un passato fatto di persone di momenti di sensazioni uniche che non voglio perdere nel nuovo futuro. Non ho mai rinnegato il passato ne gli errori commessi, ho sempre pagato gli sbalgi in prima persona. Per me ha sempre avuto una grande importanza il passato.

mercoledì, 30 agosto, 2006  

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