Identità
Tutti noi soffriamo per problemi legati all'identità. Non era così fino a qualche decennio fa, quando l'identità era legata all'appartenenza a qualcosa. Oggi i luoghi a cui era affidato il sentimento di appartenenza (famiglia, vicinato, lavoro) non sono più affidabili. Ogni aspetto della nostra esistenza è soggiogato alle regole del consumo, tutto ha una data di scadenza e nasce per essere rimpiazzato. In questa condizione le identità non negoziabili diventano inadatte, la coerenza un intralcio. Chi si lega a un'idea sa che verrà presto gettato via con quella. Non c'è tempo perché il malcontento diffuso si condensi nella richiesta di un mondo migliore. I privilegiati possono comporre la loro identità scegliendo fra le vaste offerte del mercato. I non privilegiati hanno un'identità, un'etichetta imposta dall'esterno che non si può cambiare. Questa identità è sempre offensiva, umiliante e disumanizzante. Ma anche i pochi "fortunati" rischiano continuamente di non stare al passo, così la gioia di scegliere una nuova identità è guastata dalla paura di fallire e precipitare nell'inferno dei declassati. Gli intellettuali non sentono più nessun obbligo nei confronti dei più deboli. Si preoccupano della loro immagine, non mettono bocca nelle questioni politiche se non viene loro espressamente chiesto da chi è al potere. Si nega che esistano gruppi maggiori della somma delle loro parti e quindi cause più importanti della soddisfazione individuale. Martiri ed eroi battono in ritirata e vengono sostituiti da vittime e celebrità, cioè persone note per la loro notorietà. (Zygmunt Bauman)
Etichette: Celebrità, Consumismo, Eroi, Identità, Martiri, Z. Bauman